Gestione della pandemia, liste d’attesa, diritto alla salute di operatori e pazienti: i sindacati in pressing su Asl

Gestione della pandemia, liste d’attesa, diritto alla salute di operatori e pazienti: i sindacati in pressing su Asl

LECCE – Risposte dalla Asl: è quanto chiedono Cgil, Cisl, Uil sulla gestione della pandemia nel Salento, sulle liste d’attesa, sulla salute di operatori e pazienti nelle strutture, sui diritti di chi è affetto da malattie croniche, invalidanti o che necessita di screening continui. Tra i soggetti affetti da patologie gravi non sono infrequenti sensazioni di disagio e smarrimento.

Già nei giorni scorsi i segretari generali delle tre sigle sindacali hanno sollecitato il direttore generale Asl Lecce con una lettera unitaria al fine di acquisire con urgenza i dati sugli interventi messi in campo per fare fronte alla grave crisi sanitaria in corso e supportare la riapertura del confronto.

“Il diffondersi del contagio all’interno delle Rsa e delle strutture sanitarie pubbliche e accreditate fa accrescere la preoccupazione nella cittadinanza e negli operatori del settore ed evidenzia il bisogno di una rimodulazione degli interventi, utile a rimuovere o quanto meno arginare i tanti elementi di inadeguatezza emersi”, asseriscono i sindacati.

Tale richiesta si colloca nell’ambito del più ampio confronto tra organizzazioni sindacali e Regione Puglia, che ha visto la costituzione di una cabina di regia dedicata. “La direzione della Asl di Lecce non può più tergiversare: serve un confronto urgente rispetto a modelli organizzativi, tempistiche e strategia per la rimozione delle criticità”, hanno dichiarato, quindi i segretari generali delle tre sigle sindacali Valentina Fragassi, Ada Chirizzi e Salvatore Giannetto.

Nel dettaglio, per le organizzazioni sindacali, le maggiori criticità si rilevano nell’organizzazione sanitaria ed interessano tanto la rete ospedaliera quanto quella territoriale. Cgil, Cisl e Uil, in particolare, chiedono di conoscere “se sono state assunte tutte le possibili misure anticontagio per prevenire l’insorgere di focolai, che possono essere stati favoriti dalla mancata separazione dei percorsi “COVID” da quelli “non COVID”“, ma chiedono risposte anche su altri quesiti, come da lettera dello scorso 11 febbraio, ovvero: “Standard delle dotazioni dei Dispositivi di protezione individuale (Dpi) a tutela del personale sanitario; misure prese in favore del personale in situazione di fragilità;
numero delle Unità speciali di continuità assistenziali (Usca) effettivamente funzionanti; stato di attuazione del Piano Ospedaliero Aziendale, che deve essere funzionale ad un incremento dei posti di terapia intensiva e semi intensiva, di malattie infettive e pneumologiche e per contenere questa fase di recrudescenza della pandemia; governance del piano vaccinale che ha da subito evidenziato delle criticità”.

Senza dimenticare, sottolineano i sindacati, le liste d’attesa e il bisogno di salute di tante categorie di persone a forte rischio, come ad esempio i malati oncologici o chi necessiti di screening periodici, che sembrano essere state messe in secondo piano dalla pandemia. Molti pazienti hanno paura di recarsi nelle strutture ospedaliere per effettuare controlli del caso e rimandano. “Restiamo in attesa di acquisire le necessarie informazioni riguardo alle principali richieste di approfondimento avanzate, così da poter individuare a livello territoriale e in sede regionale con il presidente Emiliano, le possibili azioni di riprogrammazione e qualificazione delle misure intraprese e da intraprendere a salvaguardia della salute di cittadini e lavoratori”, concludono i sindacalisti.

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