[video] – L’accoglienza salentina, il pasticciotto e i sogni futuri: il racconto di due studentesse Erasmus

[video] – L’accoglienza salentina, il pasticciotto e i sogni futuri: il racconto di due studentesse Erasmus

LECCE – L’Erasmus nel Salento proprio in piena pandemia, la possibilità di vivere il centro storico leccese e la gentilezza della gente del posto, la bellezza delle spiagge di Porto Cesareo e poi, durante il periodo natalizio, l’ammirazione per le luminarie della città ionica, quindi il piacere di godere della buona tavola, tra pasticciotti e pastasciutta, infine, le feste natalizie vissute in casa, con le restrizioni imposte ai fini del contenimento del contagio.

Esther e Ana, due studentesse spagnole, di 21 anni, hanno deciso di partire nonostante il periodo difficile che si sta vivendo in tutta Europa e di studiare nel territorio, all’Università del Salento.

Entrambe studiano giurisprudenza e hanno raccontato a salentowebnews.it (con una videointervista, proprio a causa delle restrizioni) di quanto bello sia il Salento, dei borghi che lo caratterizzano, dei vicoli della città di Lecce, delle località di mare, della generosità delle persone che le hanno accolte.

Anche se il periodo di pandemia pone delle restrizioni, lo spirito Erasmus rimane lo stesso. La loro speranza è quella, magari, di trovare lavoro proprio nel Salento e di rimanerci, accrescendo il loro bagaglio culturale. Arrivate a settembre 2020, si fermeranno fino a luglio prossimo. “Mi piace tantissimo l’Italia, mi piace parlare italiano“, dicono entrambe. Un po’ manca il cibo spagnolo, confessa una di loro, ma l’entusiasmo per l’esperienza salentina, a giudicare dai sorrisi, sembra essere superiore alla nostalgia.

L’Eramsus, lo scambio internazionale che tutti i giovani universitari sognano, è un’esperienza che arricchisce dal punto di vista culturale e personale. Si decide di partire per conoscere nuove culture, per studiare con metodi diversi e per scoprire luoghi e persone che poi diventano una seconda famiglia. Momenti di studio, di divertimento, di viaggio e di gioia caratterizzano il percorso di studio all’estero.

Il programma, nato negli anni ’80, dà la possibilità agli studenti di studiare in un Paese straniero o effettuare un tirocinio in un Paese dell’Unione per un periodo che va dai 3 ai 12 mesi, nonché la possibilità di imparare la lingua e di maturare caratterialmente.

Quest’anno la situazione epidemiologica ha rallentato gli scambi culturali, ma i ragazzi che hanno deciso di partire si sono messi in gioco, con se stessi, prima di tutto. Le difficoltà della convivialità, la didattica a distanza adottata dalle università, la nuova lingua straniera da imparare sono tutti fattori che forgiano il carattere degli studenti. All’insegna dell’apertura mentale.

Aurora Nestola

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