Museo Ferroviario, gioiello da visitare

Museo Ferroviario, gioiello da visitare

LECCE – Chissà quanta vita è passata in quelle carrozze: entrare nel Museo Ferroviario della Puglia significa fare un tuffo nel passato. E, inevitabilmente, nella nostalgia. Effetto dei treni, dei binari, delle valigie, delle ricostruzioni storiche che, con documenti, modelli, immagini e rappresentazioni tridimensionali, conducono il visitatore in un affascinante viaggio nel tempo. E nella storia industriale della ferrovia nel Salento, in Puglia e non solo.

Un patrimonio di valore nel Museo Ferroviario

La prima cosa che colpisce sono proprio le rotaie che, a quanto si apprende grazie alla sapiente guida di Leonardo Cornacchia di Aisaf, sono collegate alla rete nazionale. A poca distanza dal Museo, ubicato in via Codacci Pisanelli, c’è proprio la stazione ferroviaria del capoluogo salentino, punto di approdo e partenza di migliaia di turisti, visitatori, emigranti – in un tempo neanche troppo lontano – alle prese con la ricerca di un futuro migliore.

L’opera dei volontari

Sì, i treni del Museo ferroviario sono collocati su veri e propri binari, in un recente passato pienamente operativi. Negli spazi che oggi sono meta di visitatori, gran parte dei quali stranieri o provenienti da fuori, trovavano posto le Officine Squadra Rialzo di Lecce. Le aree di pertinenza sono state acquisite nel 2007 dal Comune di Lecce che li ha poi affidati nel 2010 ad Aisaf, Associazione Ionico Salentina Amici Ferrovie. Il sodalizio, con finalità no profit, cura il luogo, l’accoglienza dei visitatori, la guida dei gruppi, la manutenzione e, soprattutto, l’opera di divulgazione intorno alla cultura industriale ferroviaria. Che poi è parte della storia del Paese.

Un’attività, quella dei volontari, che non si limita a questo, avendo i soci anche contribuito alla realizzazione di imprese di grandissimo spessore, come quando hanno riportato in Salento, con enorme dispiego di mezzi e risorse anche proprie, la locomotiva n. 316 Fse del 1913, recuperandola e restaurandola. Si tratta di un rotabile di estremo valore storico, essendo unico testimone rimasto della trazione a vapore sul territorio salentino.

L’opera di documentazione, poi, consente un approfondimento sulla tecnologia italiana, più all’avanguardia di quanto non si potrebbe pensare, e sulla collocazione strategica del territorio che, con Brindisi, fu addirittura parte di quel percorso noto come “La valigia delle Indie”, un affascinante itinerario che, partendo da Londra e passando, appunto, per Brindisi, arrivava a Bombay nel periodo tra il 1870 e il 1914. Il Salento, in passato, era dunque al centro di grandi traffici e movimenti al di là di ogni possibile stereotipo sull’argomento.

Oggi il Museo, grazie alla collaborazione tra Aisaf, Ferrovie Sud Est e Ferrovie dello Stato, offre una preziosa testimonianza e uno spaccato interessante e ampiamente documentato sulla storia del trasporto su rotaia, con tanti preziosi e ricchi dettagli sul funzionamento di locomotive, vagoni merci, servizi postali, trasporto di passeggeri nel Salento, in Puglia, in Italia e nel resto del mondo. Un vero e proprio viaggio, letteralmente, con possibilità di salire a bordo – o, meglio, in carrozza – tuffandosi nelle atmosfere e nelle suggestioni di altri tempi. E immaginando, per dirla in termini romantici, storie, vite, speranze, passioni di quanti, a bordo di quei treni, hanno attraversato città e confini per giungere chissà a quali destinazioni.

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