[video] – “Stop coprifuoco”, le partite iva tornano in piazza e rivendicano il diritto al lavoro

[video] – “Stop coprifuoco”, le partite iva tornano in piazza e rivendicano il diritto al lavoro

LECCE – “Stop coprifuoco”, questo il motivo conduttore della protesta di ieri sera, in piazza Mazzini. Le partite iva hanno organizzato una nuova manifestazione, dopo quelle delle scorse settimane, regolarmente autorizzata e svoltasi nel rispetto delle norme anticovid, oltre che del buon senso.

A prendere la parola, tra gli altri, il coordinatore regionale del movimento “Le Partite Iva Italia” Emilio Personé, che ha sottolineato, ancora una volta, la carenza di unità ma anche di empatia e solidarietà per la situazione che talune categorie di codici ateco – non tutte – stanno vivendo per il protrarsi delle restrizioni e dell’emergenza sanitaria.

Una crisi che, appunto, non riguarda tutti, anzi, “altri non solo non hanno subito il problema ma hanno visto addirittura aumentare il fatturato. Non tutti sono pertanto solidali con noi, non facciamo squadra, né tra partite Iva, né tra associazioni”. La situazione che si è creata è, pertanto, di aperta disparità tra chi sta lavorando e fatturando e chi, invece, non può farlo, a causa delle restrizioni e del coprifuoco in atto.

In piazza Mazzini un centinaio di persone ma altrove, osserva, c’è una piazza piena – in quel di Milano – per lo scudetto dell’Inter. Un popolo strano, quello italiano, in effetti, che si entusiasma per il calcio ed è disposto pure a correre rischi – in termini di salute e multe – ma non per il diritto al lavoro.

A rincarare la dose ci pensa Alessandro Margarito, di Ana-Ugl, che parla dei disagi degli ambulanti, nonché delle attività costrette ad aprire solo all’esterno dopo essersi organizzate per lavorare, in sicurezza, all’interno. Ma il perdurare del coprifuoco rende difficile tutto questo: “Il virus all’aperto non è pericoloso ma, intanto – dice – ci chiudono”.

La Puglia è ancora in zona arancione, intanto. Il virus circola di meno ma continua ad uccidere e a far sentire la sua pressione su un sistema sanitario che ha rivelato tutte le sue carenze strutturali. E così, tra salute ed economia, c’è un territorio in affanno, alla ricerca di una ricetta per sopravvivere con dignità.

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