Alta velocità fino a Lecce, il giorno del sit-in. Ma è polemica sulle bandiere

Alta velocità fino a Lecce, il giorno del sit-in. Ma è polemica sulle bandiere

LECCE – Da un lato la sacrosanta battaglia per colmare l’inaccettabile gap infrastrutturale che ancora caratterizza il Salento, dall’altra le polemiche per la presenza di talune bandiere politiche.

Il sit in di stamane davanti alla stazione ferroviaria a Lecce, promosso dal consigliere regionale di La Puglia domani e presidente del Movimento Regione Salento Paolo Pagliaro, ha avuto lo scopo di chiedere che l’alta velocità arrivi fino a Lecce e che la si smetta di considerare il tacco d’Italia come l’eterna Cenerentola.

Una battaglia storica del Movimento Regione Salento per un problema anch’esso storico, quello della carenza di collegamenti efficienti. In gioco ci sono le risorse del Recovery Plan. “Ben venga tutto, ben venga la linea Salerno-Reggio Calabria, ma ancora una volta evidenzio la necessità che l’Alta Velocità/Capacità arrivi fino a Lecce. Il Salento non può più aspettare e non può certo essere la ruota di scorta del Paese. Il nostro territorio soffre a causa di un’arretratezza infrastrutturale che ne penalizza inesorabilmente lo sviluppo, ed è arrivato il momento di investire le risorse necessarie per rimediare a questo gap tra nord e sud. E in questo caso noi siamo, come diceva Carmelo Bene, il sud del sud, ed abbiamo un immediato bisogno di questa linea”, ha dichiarato Pagliaro in una nota.

Da qui la presentazione di una mozione che impegni la Giunta regionale a reperire i fondi che servono per mettere in cantiere l’estensione della linea fino a Lecce.

Il sit-in ha visto la presenza in prima linea di Pagliaro, con i rappresentanti del Movimento Regione Salento nei vari Comuni. Presenti i consiglieri regionali Antonio Gabellone e Paride Mazzotta, il coordinatore regionale della Lega e senatore Roberto Marti. Tanti i consensi trasversali registrati alla vigilia della manifestazione, cui hanno presenziato, tra gli altri, il presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro, il presidente della Provincia Stefano Minerva, l’assessore regionale Alessandro Delli Noci, la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone e il vice Cristian Casili, il parlamentare M5S Diego De Lorenzis, associazioni e le sigle sindacali, senza bandiere, proprio per marcare la “coesione, trasversalità e partecipazione” di una battaglia riguardante tutto il territorio e in una visione strategica d’insieme.

Ma proprio sulle bandiere si sono verificate delle polemiche. Perché accanto al vessillo degli organizzatori della manifestazione (ma c’erano anche bandiere di Fratelli d’Italia e della Lega oltre che delle varie associazioni che hanno espresso adesione alla causa), ne sono comparse delle altre. A provocare un sussulto critico, in particolare, quelle a sfondo nero con il simbolo della Fiamma Tricolore. I sindacati hanno preso immediatamente le distanze abbandonando la scena in dissenso e marcando la lontananza, i rappresentanti istituzionali di Provincia e Regione hanno continuato a presenziare ma tenendosi a distanza, pare non abbia gradito neppure il sindaco di Lecce Carlo Salvemini. Un distanziamento sociale indotto non dal covid ma da ragioni squisitamente politiche.

C’è pure una nota polemica siglata dai pentastellati Casili e De Lorenzis: “Il Sud, la Puglia e il Salento – affermano – meritano trasporti rapidi, sicuri, efficienti e sostenibili e per questo lavoriamo ad ogni livello istituzionale in sinergia e con spirito costruttivo, con proposte concrete come dimostrano le risorse ottenute per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Proprio perché riteniamo strategico il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, riteniamo la manifestazione di oggi alla Stazione di Lecce scorretta nel metodo e superata nel merito dai fatti, essendo già previsto il finanziamento e la realizzazione della linea alta velocità e alta capacità fino a Lecce tanto da essere in parte addirittura realizzata tra Lecce e Brindisi. Il Salento e il Sud non sono affatto dimenticati o abbandonati e finalmente da qualche anno si lavora per colmare il gap degli ultimi decenni. È importante che la Politica sappia condividere obiettivi e visione per concentrare l’attenzione sulla pianificazione dei prossimi 10-20 anni”.

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