Fòcara di Novoli, la tradizione si rinnova tra preghiera, speranza e ritmo di taranta

Fòcara di Novoli, la tradizione si rinnova tra preghiera, speranza e ritmo di taranta

NOVOLI (Lecce) – “Non rinunciare completamente al festeggiamento”, ma, anzi, cogliere l’occasione del rito sacro della Fòcara di Novoli come una sorta di passaggio purificatorio e rigenerante dal vecchio al nuovo anno. E se ne avverte tutto il bisogno.

Una vera e propria preghiera di liberazione, quella che passa dall’accensione del fuoco buono, con una celebrazione che, a porte chiuse, verrà trasmessa in tv da TeleNorba e condivisa con i fedeli e la comunità tutta, ben oltre la dimensione locale, in un atto di devozione collettiva. Il leitmotiv della tradizione, che si rinnova in occasione della festa patronale del 16 e 17 gennaio, è proprio “Libera nos a malo”, un’invocazione a Sant’Antonio Abate perché porti via con sé il male che ha segnato questo tempo anomalo.

La piazza di Sant’Antonio torna ad essere il centro di una festa ridimensionata nei numeri – quelli che hanno segnato le passate edizioni – ma non nella sua spettacolarità. La Fòcara, che negli anni scorsi bruciava maestosa nella periferia del paese, è ripensata per occupare un luogo centrale della comunità direttamente connesso al Santo. E pazienza se il pubblico delle grandi occasioni non potrà pervenire, da ogni parte del Sud Italia, nella cittadina salentina, come è sempre stato. Non è tempo di assembramenti, ma di sobrietà. Ma con la musica a fare da sfondo. L’arte, del resto, come la preghiera, si conferma veicolo di meditazione, riflessione e purificazione dalla sofferenza che attanaglia lo spirito.

A livello sonoro, l’organizzazione ha così affidato al M° Cesare Dell’Anna la composizione di un percorso musicale che attinga alla tradizione della musica sacra e delle processioni bandistiche del Sud Italia, rinnovate e contaminate con il folk e il balkan. Si unisce a questo primo tempo un secondo più disteso, ma ugualmente profondo, ad accensione avvenuta, affidato all’Orchestra Popolare della Notte della Taranta diretta dal M° Daniele Durante che propone un percorso musicale in cui la tradizione salentina si accosta al fado portoghese.

La presentazione dell’evento, che vede la direzione artistica nelle mani di Tonio De Nitto e la produzione esecutiva affidata a Mirko Piro, ieri nel Santuario di Sant’Antonio Abate, a Novoli. “La festa di quest’anno è stata concepita come un evento prettamente televisivo che, grazie al gruppo Norba, ci offrirà la possibilità di restare comodamente a casa e godercelo sintonizzati sui canali dell’emittente (sia digitale che satellitare). L’invito è dunque quello di restare a casa”, ha spiegato il Sindaco del Comune di Novoli e Presidente Unione dei Comuni del Nord Salento Marco De Luca.

“Di anno in anno l’impegno cresce sempre più, soprattutto fra le componenti ecclesiali che da mesi lavorano affinché i momenti d’incontro, di preghiera e di riflessione siano dono e grazia di Dio e segni visibili di comunione ed unità d’intenti fra i fedeli, sapientemente guidati dai sacerdoti presenti a Novoli e sollecitati dall’impegno dei gruppi parrocchiali. Quest’anno l’organizzazione ha richiesto un supplemento di impegno per garantire sicurezza e rispetto delle normative. I posti in chiesa sono contingentati”, ha sottolineato don Luigi Lezzi, al suo settimo anno di esperienza da parroco di Sant’Antonio Abate. Presente anche Padre Antonio Parrino della Comunità dei Padri Passionisti di Novoli, predicatore del novenario che ha avuto inizio il 7 gennaio.

“Novoli è al centro delle attenzioni di tutta la Puglia attraverso una magnifica espressione di coinvolgimento dei cittadini mediante le manifestazioni religiose e artistiche che mettono insieme religiosità e laicità di una comunità”, è stata la considerazione di Loredana Capone, presidente del Consiglio regionale.

L’importanza della tradizione popolare nonché l’apprezzamento per la collaborazione della Notte della Taranta è stato espresso dalla consigliera provinciale con delega alla Cultura Dina Manti.

Foto di Alessandro Serio

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