LECCE – “Graffitismo vandalico”, così gli inquirenti hanno definito i ripetuti imbrattamenti di palazzi, monumenti e mura del centro storico della città di Lecce ad opera, stando ai riscontri investigativi, di una gang di giovanissimi che avrebbe agito “in totale assenza di coscienza civica”, secondo le parole della Procura dei minori, che ha coordinato le indagini di concerto con quella ordinaria: titolare del procedimento è la procuratrice Simona Filoni. La “crew” si sarebbe forse costituita ad hoc a scopo autocelebrativo. Ipotesi, al momento. Ciò che, invece, è evidente e già acclarato è l’opera di devastazione svolta su siti di pregevole interesse del capoluogo barocco.
Non si tratta di street art, che rimane, appunto, una espressione artistica di notevole significato e interesse e per cui sono previsti anche degli appositi festival, ma, appunto, di vandalismo vero e proprio che ha lasciato il suo segno, tra pennarelli e vernici di diverso colore.
Le prime segnalazioni sono state raccolte a gennaio dagli agenti della Polizia locale. Complesse e ancora in corso le indagini, tra pedinamenti in borghese, controllo del territorio, esame delle immagini della videosorveglianza: a svolgerle il nucleo di polizia giudiziaria del corpo, con l’apporto del personale specializzato della sezione di Polizia giudiziaria della Procura dei minori. Una vera e propria task force, quella costituitasi, data la gravità del fenomeno.
I fatti e le indagini
Ciò che è emerso è che, appunto, i responsabili sarebbero dei soggetti minorenni, tra i 14 e i 17 anni, facenti parte di una vera e propria baby gang costituitasi ad hoc, stando alle ipotesi degli inquirenti, al fine di imbrattare la città autocelebrandosi poi per le gesta compiute. Ma non è tutto: in taluni casi vi sarebbe pure la connivenza dei genitori.
Ragion per cui, pur dopo l’identificazione dei presunti autori degli imbrattamenti, le indagini continuano al fine di individuare eventuali altri soggetti coinvolti. Il fine ultimo non è solo quello di assicurare che la giustizia faccia il suo corso ma anche ottenere una riparazione dei gravi danni subiti dal patrimonio artistico e culturale della città di Lecce.
Molteplici le sedi coinvolte: Piazza Sant’Oronzo, via Coniger, via Palmieri e Convitto Palmieri, via Morelli. Corte dei Rainò, via Quinto Ennio, via Caracciolo, Rettorato dell’Università del Salento, Accademia delle Belle Arti, Mura Urbiche, pareti della Biblioteca Provinciale, Porta San Biagio, via De Jacobis (ingresso
Tribunale per i Minorenni).
Dichiarazioni
“La street art è un’arte, ma qui parliamo di semplice vandalismo con segni di vernice effettuati nel centro storico, su beni monumentali di grande valore, su immobili privati, che non comunicano alcun messaggio se non la ‘firma’ dei giovani autori – ha dichiarato l’assessore alla Sicurezza Sergio Signore – mi auguro che l’essere incappati in questa disavventura possa insegnare a questi ragazzi la differenza fondamentale che passa tra l’espressione artistica e l’imbrattamento di beni storici che sono testimoni della storia della nostra comunità. Ringrazio il comandante e gli agenti che su delega della Procura hanno svolto le indagini, occorre stroncare un fenomeno che stava assumendo dimensioni preoccupanti in città”.
“Devo dire un grazie particolare al nucleo di Polizia Giudiziaria, che sotto il coordinamento del Comm. Eugenio Minerva, è riuscivo con grande tempismo a raggiungere questo importante risultato a tutela del patrimonio artistico e architettonico e del decoro della città – ha evidenziato il comandante della Polizia Locale Donato Zacheo – È stato un mese di attività serrata che messo a frutto l’intuito investigativo, l’efficacia dell’utilizzo delle telecamere di video sorveglianza pubbliche e private e, non ultima, la collaborazione della cittadinanza che ha fornito informazioni fondamentali per rintracciare i responsabili dei graffiti”.