Depuratore, pressing sulla Regione: in agenda l’incontro con l’assessora Maraschio. Cobas: “Vicini alla battaglia”

Depuratore, pressing sulla Regione: in agenda l’incontro con l’assessora Maraschio. Cobas: “Vicini alla battaglia”

PORTO CESAREO (Lecce) – L’assessora all’Ambiente della Regione Puglia Anna Grazia Maraschio incontrerà la prossima settimana i rappresentanti dell’amministrazione comunale cesarina. E oggi la presidente del Consiglio regionale Loredana Capone ha ricevuto la sindaca Silvia Tarantino. La questione è quella relativa alla messa in funzione del nuovo depuratore di Porto Cesareo con autorizzazione allo scarico a mare dei reflui trattati.

“Mi sono impegnata a fare tutto ciò che è in mio potere perché la situazione possa risolversi al più presto. La comunità e l’Amministrazione comunale pongono un problema molto serio: il depuratore serve, quindi, occorre metterlo in funzione. È dal 1979, infatti, che il procedimento è avviato e i cittadini si aspettano, giustamente, che diventi operativo. Tra l’altro Porto Cesareo è tra le mete turistiche più ambite di Puglia e non può permettersi, sia per i cittadini che per i turisti, di avere un sistema fognario inadeguato”, sottolinea Loredana Capone. E il depuratore, in questo quadro, è una infrastruttura che “serve all’economia, alla salute, all’ambiente”.

La volontà della presidente del Consiglio regionale di impegnarsi sulla questione della rete fognaria di Porto Cesareo, che si trascina ormai da decenni, è “una buona notizia nell’ottica di un dialogo interistituzionale che si è avviato da un paio di mesi”, evidenzia l’assessore all’Urbanistica del Comune di Porto Cesareo Eugenio Sambati. Loredana Capone ha scritto sia all’assessora Maraschio sia al collega vicepresidente della Giunta Raffaele Piemontese che ha, tra l’altro, la delega a Risorse idriche e tutela delle acque, invitandoli a valutare la possibilità dell’insediamento di un tavolo tecnico, così come sollecitato proprio dalla sindaca Silvia Tarantino. La speranza è che l’incontro in agenda nei prossimi giorni serva a sbloccare la situazione.

“Il percorso è positivo, ma il nostro messaggio alla presidente Capone è stato che noi non intendiamo mollare la presa, c’è una spaventosa emergenza ambientale in corso”, è la considerazione di Sambati. Il pressing dell’amministrazione comunale cesarina è notevole. Si tratta di una “battaglia di civiltà”, come più volte dichiarato, e, politicamente parlando, di natura trasversale, tanto che sono già 22 le amministrazioni comunali che hanno espresso vicinanza e condivisione con la lotta sostenuta da Porto Cesareo. Domenica scorsa, 24 gennaio, si è anche tenuto un sit-in organizzato dal Movimento Regione Salento, cui ha di recente aderito la vicesindaca Anna Peluso, per chiedere la messa in funzione del nuovo depuratore, visto che del vecchio, come ricordato da Sambati, non se n’è fatto niente. A parte, s’intende, i decenni di attesa e il denaro pubblico sperperato.

Sul fronte neretino, il sindaco Pippi Mellone e l’assessore all’Ambiente Mino Natalizio hanno già chiarito che è loro volontà fare di tutto perché si attui il protocollo del 2016, quello che prevede lo scarico zero. E su questo, finora, l’amministrazione di Palazzo Personé ha dimostrato di non voler arretrare. “Fino a quando questo sistema non sarà realizzato, la rete fognaria di Porto Cesareo non sarà attivata e rimarrà lettera morta. E fino a quando sarò io il sindaco di Nardò nessuno verrà a scaricare nel nostro mare”, ha tuonato Mellone.

Un impasse istituzionale anche per il diniego opposto dal Ministero dell’Ambiente a tale progetto e il ricorso presentato dalla Regione Puglia, con relativa sospensiva accordata dal Tar. “Ovviamente non siamo contro lo scarico zero, abbiamo firmato un protocollo, ma c’è un’emergenza ambientale e Porto Cesareo non può più aspettare“, ha chiarito Sambati. Che, insieme al primo cittadino e ai colleghi di Giunta, sta conducendo una battaglia a tutti i livelli per vedere riconosciuto il diritto dei cesarini a difendere ambiente e territorio. Un territorio spesso oggetto di scempi, in passato. “Ma ora Porto Cesareo ha bisogno di regole”, sottolinea Sambati. Regole che vanno dal Pug, al Regolamento edilizio comunale, al depuratore, appunto.

La vicinanza dei Cobas

E tra quanti hanno manifestato, in queste ore, vicinanza all’amministrazione cesarina, c’è anche la Confederazione Cobas Pubblico Impiego Lecce. “Un’opera pubblica ormai indifferibile”, la considerazione di Giuseppe Mancarella a proposito del depuratore, “chiediamo alla Regione Puglia di fare presto per la sua attivazione”. Essa rappresenterebbe “un salto di qualità per l’attrattività turistica”. “E’ inconcepibile che in un territorio bagnato dall’Area naturale marina protetta non vi sia una rete fognaria pubblica. La salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente riguardano tutti, il meraviglioso territorio salentino e quindi la Regione Puglia. Per questo la scrivente Confederazione Cobas Lecce accoglie e sostiene la “battaglia” del Comune di Porto Cesareo, confermando la presenza al fianco della comunità cesarina in questo difficile momento in cui l’igiene pubblica riveste più che mai il primo posto nelle priorità, così come la salute dei cittadini”, evidenzia Mancarella.

“In un’ottica di promozione della collaborazione tra le Istituzioni e di impegno per favorire una visione politica fatta di idee ampie, la scrivente O.S. Cobas manifesta il proprio sostegno, nei limiti delle proprie competenze, per la risoluzione dell’annosa questione riguardante il depuratore di Porto Cesareo, una cittadina fiore all’occhiello della Puglia e parte integrante della crescita del sistema economico, culturale e turistico salentino”, la conclusione dell’organizzazione sindacale.

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