Elon Musk compra Twitter: cosa cambia adesso?

Elon Musk compra Twitter: cosa cambia adesso?

L’acquisizione del social network da parte del noto imprenditore potrebbe cambiare il concetto di libertà di espressione su internet, vediamo perchè!

Elon Musk ha concluso, dopo poco meno di un mese, l’accordo per comprare Twitter per circa 44 miliardi di dollari, (circa 41 miliardi di euro).

Una scelta storica che potrebbe cambiare il volto del social network più utilizzato dai politici. Quest’aspetto è al centro del dibattito, visto che negli anni l’azienda ha censurato alcuni leader di partiti, arrivando anche a silenziare Donald Trump, l’ex presidente degli Stati Uniti.

Il social network blu ha confermato la proposta di Elon Musk, con la vendita delle singole quote a 54,20 dollari ciascuna. Secondo gli analisti, l’operazione da 44 miliardi di dollari è la vendita più costosa di un’azienda a un compratore privato avvenuta negli ultimi 20 anni.

L’accordo, approvato all’unanimità dal consiglio di amministrazione di Twitter, dovrebbe concludersi entro la fine del 2022

Il social network azzurro è diventato negli anni il megafono dei potenti della terra, in grado di cambiare il risultato delle elezioni o la percezione di importanti tematiche.

Le politiche dell’uccellino azzurro hanno, col passare del tempo, subito grosse modifiche per fare fronte alla dilagante diffusione di fake news, da quelle sulla pandemia di Covid e i vaccini fino a quelle sulla guerra in Ucraina, profili troll di propaganda politica e odio razziale.

Non è ancora chiaro se Elon Musk continuerà su questa strada, oppure se il suo concetto di libertà di parola sarà applicato a tutto tondo, senza nessuna nuova regola e con l’abolizione delle linee guida vigenti al momento.

Quel che è certo è che un social network in mano a una sola persona, e non certo la più amante delle regole, rischia di creare un pericoloso precedente su internet. Il duopolio delle piattaforme, spartite tra Meta di Mark Zuckerberg (Facebook, Instagram e WhatsApp) e Elon Musk potrebbe danneggiare la libertà di stampa da una parte e la propaganda politica dall’altra. Staremo a vedere!

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