Quirinale, al via il Mattarella bis. Un’ottima notizia per il Paese, una pessima notizia per la politica

Quirinale, al via il Mattarella bis. Un’ottima notizia per il Paese, una pessima notizia per la politica

ROMA – Sergio Mattarella è stato rieletto presidente della Repubblica all’ottavo scrutinio con 759 voti, un numero che supera ampiamente il quorum previsto – 505 preferenze – e che lo colloca al secondo posto, subito dopo Sandro Pertini, tra i capi di Stato più votati.

Se si tratta di un’ottima notizia per il Paese – che va nel senso della stabilità con due figure di alto profilo istituzionale, Mattarella e Draghi, insediate nei ruoli chiave in un momento delicato per il Paese, tra le sfide del Pnrr e quelle di un’emergenza sanitaria ancora in atto – è una pessima notizia per la politica e i partiti.

Ciò che emerge, oltre alla statura morale del rieletto Presidente, è la manifesta inconsistenza dei soggetti attualmente presenti sulla scena politica del Paese, incapaci di essere decisivi, di condurre trattative costruttive, di dare seguito all’idea di incardinare finalmente, nello scranno istituzionale più alto della Nazione, una figura femminile.

Tra veti incrociati, la presenza dei franchi tiratori sempre in agguato nell’ombra – la vittima di turno è stata la presidente del Senato Elisabetta Casellati – posizioni al limite dell’inconciliabilità all’interno delle stesse coalizioni, nomi di prestigio, come quello dello stesso Mario Draghi o quello del capo dei Servizi Elisabetta Belloni, bruciati senza ritegno – la sensazione diffusa è che sia andato in scena un teatrino poco edificante, con leadership deboli e poco strutturate.

È un Mattarella gravato dalla consapevolezza quello che rende le prime dichiarazioni, a rielezione ormai avvenuta: “Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati – e, naturalmente, devono prevalere su altre considerazioni e su prospettive personali differenti – con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini”, ha, tra l’altro, detto. L’Europa esulta, i leader dei partiti, sfiancati da giorni di trattative senza esito, tirano un sospiro di sollievo e addirittura si lasciano andare a gioiose manifestazioni di giubilo del tutto inopportune, ma la politica ne esce a pezzi. Si è arresa: una resa incondizionata.

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